Pompeii ed il suo street food

 

Tabernae – thermopolia – cauponae – popinae

 

Luoghi di ristoro veloce nella quotidianità dell’antica Pompei





 

Nei tempi antichi gran parte della popolazione consumava i pasti  sostando in locali semi-aperti adiacenti alla strada, non avendo sia la maggior parte degli abitanti sia i frequenti viaggiatori a disposizione tutte le comodità di cui disponevano le famiglie ricche. 

Queste strutture, simili ad i nostri fast food erano chiamate “tabernae”, “thermopolia”, “popinae “ e “cauponae”.

Le  testimonianze archeologiche a Pompei, Ercolano ed in altri siti archeologici sono molteplici. Da strutture più semplici a vere e propri luoghi di "lusso" dove le decorazioni facevano concorrenza ai più bei tablini della città. 



In questi luoghi i passanti compravano o consumavano bevande fresche o vino caldo, oppure mangiavano olive, pesci in salamoia, pezzetti di carne arrosto, uccelli allo spiedo, polpi in umido, frutta, dolci e formaggio.  

Questi luoghi avevano molteplilci funzioni sociali, erano meta dei viaggiatori di passaggio ma anche il luogo dove i meno abbienti si facevano riscaldare le vivande non disponendo di fornelli a casa  loro.

 I momenti della giornata dediti al soddisfacimento dei bisogni della gola erano in linea di massima tre: il jentaculum, o prima colazione; il prandium, o pranzo, e la cenae. Le classi popolari urbane conoscevano il piacere di consumare a tavola solo il pasto serale.                                                                                                               

La taberna; in generale la bottega degli artigiani,  aperta verso strada; si trovava al pianterreno o nel seminterrato della casa. A volte era addirittura incassata nel muro. Si passò poi dalle tabernae vinarie alle tabernae specializzate nella vendita del vino e della consumazione sul posto. Le tabernae avevano un bancone di pietra con contenitori incastrati, rivolto verso la strada; altri contenitori erano messi in mostra per la gente che passava.

Il thermopolium era un luogo di ristoro in cui si servivano bevande e cibi caldi che era usuale consumare fuori casa (prandium  pasto di mezzogiorno). Era costituito da un locale di piccole dimensioni, aperta verso la strada pubblica, con un bancone nel quale erano incassate grossi recipienti di terracotta (dolia) contenenti le vivande. In alcune più grandi era possibile consumare i pasti seduti, in ambienti retrostanti.


L’etimologia della parola che deriva dal greco, congiunge il termine  ϑερμς «caldo» e πωλω «vendere», ma  nell’antichità classica,  designiamo con questo termine la rivendita di bevande, non solo calde, secondo l’etimologia della parola, ma anche fredde, e di altri generi. Questo termine è stato introdotto in realtà dai primi archeologi che scavarano nel 800'.

 

La popina era una trattoria dove il vino veniva portato ai tavoli solo per accompagnare i piatti del pasto                                                                                                                  

Le cauponae o osterie di campagna erano simili alle popinae, offrivano ristoro e alloggio. 

Commenti