SUGGERIMENTO ALLA VISITA DI POMPEI, prendersi del tempo


Antiquarium di Pompei, prendersi il giusto tempo

Dopo tanti anni di lavoro come guida negli Scavi di Pompei, ho realizzato da tempo che non ho bisogno più dell’orologio per scandire il mio ritmo narrativo. Non amo le costrizioni dettate dal tempo, tranne se sono i clienti ad impormele. Detto ciò vorrei portare alla vostra attenzione un luogo spesso snobbato sia dalle guide, che dai visitatori, che invece seconda il mio modestissimo parere non è mai da tralasciare.

 L’Antiquarium di Pompei un moderno VISITOR CENTER

Direttamente sulla salita di via Marina, subito dopo l’Arco di Ingresso alla città antica si apre una porta che immette il visitatore in un complesso museale, interessante e ben concepito
Si vieni accolti ATTUALMENTE, ancora dalla stupenda esposizione su “Affreschi e Gioielli dalla Insula Occidentalis” Il grandioso complesso delle ville urbane dell’Insula Occidentalis, situato all’estremità occidentale della città antica su quattro terrazze panoramiche digradanti scenograficamente verso il mare, inclusa la Casa del Bracciale d’Oro, Questa casa deve il suo nome a un grande bracciale in oro dal peso di 610 gr. indossato da una delle vittime che tentava di fuggire( non più in esposizione ma in prestito)
Esposta, e sempre ben visitate, la famosa MONETA CHE CAMBIA LA DATA DELLA FINE DI POMPEI, ritrovata insieme a tante altre proprio nella casa del bracciale d’oro. la moneta che cambia la data


Il viso di una ragazza di meno di 20 anni, agli ultimi mesi di gravidanza al momento dell’eruzione, quello di un uomo adulto tra i 25 e i 35 anni e quello di un anziano sono il frutto di una ricostruzione facciale effettuata negli anni Settanta partendo dai crani dei tre sfortunati. Il processo consistette nell’applicare sul modello in scala 1.1 del cranio strati di plastilina dello spessore corrispondente a quello della muscolatura standard. Seguirono le indagini sul DNA degli individui, portando a stabilire alcuni legami di parentela.
Stupendi mobili ed elementi decorativi che trasportono il visitatore nell’ambiente domestico intimo del mondo antico, si contrappongono alla visione sempre intensa dei CALCHI.
Attraverso questa tecnica inventata da Giuseppe Fiorelli, ci si trova dinanzi alle persone che hanno perso la loro vita durante l'eruzione. Si passa da ammirare i loro averi i loro agi, a trovarseli di fronte.
Nulla è così intenso, e prepara il visitatore alla scoperta di Pompei



Consiglio di terminare la visita agli Scavi attraverso l'Antiquarium, al quale si può accedere dal terrazzo del Tempio di Venere, luogo di uscita degli scavi.
Da questo punto potete accedere direttamente ad una splendida mostra che potrà concludere la vostra visita in modo quasi circolare

IL RACCONTO DI UNA FAMIGLIA
...di un personaggio pubblico, di persone come noi. Le loro abitudini, il vezzo e il desiderio di mostrare la propria ricchezza, attraverso il lusso negli arredi e negli oggetti di vita quotidiana. Così questa mostra allestita dal 23 dicembre 2019 al piano superiore dell’Antiquarium ricca di numerosi reperti rivenuti nella dimora, ci si immette in quella che doveva essere la vita di una ricca famiglia pompeiana, quella di Giulio Polibio.
Lucerne, bruciaprofumi, tegami per friggere, olle per la bollitura di focacce e verdure, e ancora candelabri, un anello con sigillo in bronzo con il nome di C.IVLI PHILIPPI, forse il vero proprietario della casa, dadi da gioco



Impressionante sono i loro "Volti"i volti ricostruiti di tre delle vittime rinvenute.
Il viso di una ragazza di meno di 20 anni, agli ultimi mesi di gravidanza al momento dell’eruzione, quello di un uomo adulto tra i 25 e i 35 anni e quello di un anziano sono il frutto di una ricostruzione facciale effettuata negli anni Settanta partendo dai crani dei tre sfortunati. Il processo consistette nell’applicare sul modello in scala 1.1 del cranio strati di plastilina dello spessore corrispondente a quello della muscolatura standard. Seguirono le indagini sul DNA degli individui, portando a stabilire alcuni legami di parentela.



Commenti